Da parecchio tempo sono in corso lavori di ampliamento e ammodernamento dell’Ospedale dei Bambini, sito tra piazza porta Montalto e via Benedettini all’Albergheria, in un rione parecchio sventrato e travisato durante il ventennio fascista e caratterizzato da brutti edifici di edilizia economica realizzati negli anni successivi in sostituzione dei uno dei rioni più carichi di storia della nostra città.
Tornando all’ospedale, che presenta dal lato dell’ingresso un interessante prospetto liberty, è adesso ampliato mediante l’aggiunta di interessanti volumi di sapore contemporaneo che si insinuano tra quelli preesistenti (che spero verranno anch’essi rimodernati e resi più interessanti). L’impatto estetico è per me non indifferente.
Ovviamente mi auguro che questa miglioria non sia solo estetica e che si traduca in una maggiore efficienza sotto tutti i punti di vista del polo ospedaliero.
non male.
sulla bruttezza dello sventramento dell’albergheria sono d’accordo. purtroppo in quel periodo si considerava il vicolo come oggi noi consideriamo lo zen, qualcosa da abbattere e basta. ecco il primo piano regolatore di palermo, il giarrusso:
http://it.wikipedia.org/wiki/Piano_regolatore_di_Palermo_del_1885
e gli interventi sarebbero stati ancora più pesanti col concorso del 1939 se la seconda guerra mondiale non avesse fermato tutto.
Questo potrebbe essere un ottimo esempio di intervento e inclusione di una nuova architettura in un contesto già realizzato dentro il centro storico. Di questo genere di interventi a Palermo se ne potrebbero fare e migliaia, dando tra le altre cose le possibilità di integrare all’architettura tutto un filone di bioarchitettura che farebbe rivestire Palermo di una nuova pelle. pensate a tutti quelli interventi che potrebbero in qualche maniera nascondere la bruttezza dell’architettura residenziale di Palermo a partire dagli anni 50, ovvero da quando la vera architettura ha deciso di abbandonare la città.
Se a questo poi si aggiungeranno nuove opere, con linguaggi architettonici contemporanei, Palermo potrebbe davvero cambiare aspetto, il tutto, nel rispetto assoluto del restauro filologico del centro storico, che prenderebbe ancora più valore dal contrasto tra vecchio e nuovo
Finalmente “cenni” di architettura diversa a Palermo, non le solite colate di cemento.
Addirittura qualche vetrata, sono commosso.
straquoto cirasadesigner!
Sogno che si realizzi quello che scrivi!
sono il solo ad avere un’utopia in testa??? un piano di sventramento di interi quartieri, sul modello parigino di haussmann??? riferibile ad almeno una decina di quartieri palermitani!
Sono stato due giorni fa all’Ospedale dei bambini. L’inserimento delle nuove aree è ben fatto, armonioso e funzionale. Ho chiesto a dei muratori in opera e mi hanno risposto che anche le vecchie facciate verranno rifatte.
Edifici antichi con inserti moderni esistono in tutta Europa…basta farsi un giro alla City di Londra, dove convivono in armonia edifici stramoderni con altri antichissimi. Quello che mi preoccupa al solito è il panormosauro. Tenete presente che alcune nuove parti già presentano qualche “graffito” secondo la moda che inpazza a Palermo già da qualche anno e che è ben rappresentata al pronto soccorso del civico, o al reparto maternità.
@ruggys
e’ quello che spesso scrivo anche io su questo blog.
Auspico un ripensamento totale della citta’, di fatto progettata e sviluppata secondo un piano regolatore redatto dalla mafia, e patchato da abusivismi condonati di ogni tipo.
Qui c’e’ da ripensare al futuro, fare delle scelte radicali, impopolari, e scommettere. Puo’ andar male, ma peggio di cosi’?
molto ben fatto.
Bene, bravi… BIS! 😀
@cirasadesigner
ti straquoto, è proprio quello che spererei, specie per un rione così martoriato come l’Albergheria, che nel suo cuore è proprio inguardabile causa l’apertura delle vie Mongitore e Cadorna durante gli anni ’30. Purtroppo erano altri tempi. Ora l’imperativo è rimediare, sogno della nuova architettura contemporanea che si inserisca in questo “solco” centrale nel mandamento, che si fonda man mano con le slabbrature delle stecche edilizie storiche poco distanti che comunque dovrebbero essere completamente reintegrate e ripristinate nelle slabbrature rimaste indefinite. Sarebbe interessante, non so, magari sto vaneggiando, ripristinare l’antica viabilità del mandamento, abolendo questi inutili e orrendi vialoni, definendola però anzichè con ripristini finto antichi con architetture contemporanee, Avremmo quindi una viabilità nuovamente “integra”, leggibile, solo definita in maniera contemporanea. Immagino il classico vicolo, stretto e sinuoso, delimitato da belle architetture stracontemporanee. Secondo me sarebbe fantastico. Una nuova attrazione turistica per Palermo. Purtroppo il recupero della parte centrale dell’Albergheria non è normato dal Piano Particolareggiato Esecutivo del centro storico (le cui tavole si trovano nel sito del comune di Palermo) ma da altri piani, che comunque fino ad oggi non mi è stato possibile trovare. Non ho quindi idea di cosa sia previsto fare in questa zona. Io sono probabilmente un fanatico, vorrei che tutto fosse di bella architettura, spesso mi trovo a discutere con chi spera solo in cose utili anche se non belle per questa città. E invece no, l’utilitaristico per anni ha soppiantato il bello, e oggi la città ne risulta deturpata, bisogna rimediare, a maggior ragione perchè Palermo è una città d’arte e si deve puntare a migliorarla, non a peggiorarla.
@ruggys
Credimi, non sei assolutamente il solo. Demolirei e ricostruirei in altra chiva sicuramente tutti i quartieri satellite di Palermo, a partire ovviamente dallo ZEN. Ma ora si, stiamo proprio farneticando 😀
@punteruolorosso
Hai perfettamente ragione, e tremo ogni volta che leggo dei programmi di sventramento che per fortuna non vennero mai effettuati e non solo per motivi legati allo scoppio della guerra. La via Roma, come appunto si legge su wiki, fu l’unica delle quattro strade che si prevedeva avrebbero attraversato i mandamenti (due parallele il corso Vittorio e due parallele alla via Maqueda) dividendo quartieri storici in 16 “scacchi”. Questo era il progetto definito “Grandioso”. Per motivi economici si optò invece per il progetto più economico, che oltre la via Roma, prevedeva il graduale diradamento dell’edilizia dei mandamenti, mediante piccoli sventramenti mirati (vedi per esempio via Cantavespri, risalente agli anni ’30 che collega oggi le piazze Santa Cecilia e Rivoluzione) e credimi, sono state decine e decine. Una volta in un libro ho letto che tra sventramenti e bombardamenti, è stato atterrato non meno di un quarto di uno dei più grandi centri storici d’Europa. Pensate alla slabbratura del Palazzo di Giustizia, quella del Teatro Massimo, la via Roma, il cuore dell’Albergheria, il rione San Pietro intorno il Castellammare, l’orrenda piazza Magione (la vera piazza era in origine più spostata, e venne colmata sempre negli anni ’30 con la costruzione dell’edificio scolastico, della palestra e degli edifici per abitazione). Sono andati persi decine e decine di edifici sia civili che religiosi di notevole e a volte inquantificabile valore artistico e interesse storico.
Meglio che mi fermo qui perchè mi sento male.
Ma davvero a Palermo c’è stato un intervento dal sapore moderno, di gusto, capace di integrarsi perfettamente con il già esistente?! Non ci credo! Finora il moderno a Palermo è stato rappresentato dall’edilizia orrida degli anni ’50 e ’60: pessima, pessima, pessima! Per no dire di quella fino agli anni ’90: brrrr!!!
@ cirasadesigner
Sono perfettamente d’accordo con te! Bisognerebbe lavorare sul patrimonio edilizio che già c’è, rendendolo efficiente dal punto di vista termico e acustico con appositi interventi di isolamento. Bisognerebbe anche osare di più e abbandonare il cemento armato in favore del legno: flessibile, antisismico, caldo, isolante, bello…
L’ANCE (associazione nazionale costruttori edili) si lamenta per lo stato di crisi in cui versano i suoi iscritti, come un po’ tutte le categorie di questi tempi, d’altronde, ma la soluzione non sta nel costruire ancora (e lasciare sfitti edifici interi), nel cementificare ancora il territorio, ma nell’ottimizzare il patrimonio edilizio che abbiamo già!
x luca
ohh bene mi fa piacere che qualcuno ci sia!! ad esempio partirei da un quartiere specifico che mi viene in mente, che non è lo zen come potrebbe giustamente saltare subito in mente, bensì la zisa!! un quartiere da un certo punto di vista orrido, pieno di quelle palazzine di 3/4 piani inguardabili, tutte grigie e decadenti, con vie piccole e poco luminose. Bene io partirei da questa zona per donare un ambiente davvero “luminoso” al castello della zisa. Poi vabbè penso che ogni singolo quartiere ad esclusione di 4-5 vada ripensato con grossi sventramenti, ma si dirà ovviamente che sono un folle e che non bado alla storia di palermo 🙂
Anch’io sono per il ripensamento di alcuni quartieri della città attraverso demolizioni ragionate. Come dice giustamente ruggys moltissimi monumenti della città sono stati assorbiti da edilizia scadente frutto del famoso sacco di Palermo; palazzoni squallidi e orrendi accanto ad opere d’arte. Così è la situazione della Zisa (e includerei anche la Noce in questo ragionamento), così è la situazione di tantissimi altri quartieri della città. Vogliamo a desempio parlare del degrado in cui versa Piazza Indipendenza; centinaia di turisti che passano da lì ogni anno possono ammirare un fantastico panorama sulle zone di via Colonna Rotta-via Imera che offrono lo spettacolo di palazzoni quando non di case sgarrupate che andrebbero soltanto abbattute. E parliamo di una zona su ci insistono motlissimi dei più importanti monumenti della città (altro discorso dovrebbe essere fatto per l’anarchia che regna sovrana su quella piazza). In molte zone della nostra città, le demolizioni sarebbero inoltre funzionali a realizzare assi viari in grado di sostenere il traffico attuale e, soprattutto, la realizzazione di altri percorsi tramviari.
@ruggys, coriolano
scusate ma a me la zisa e la noce piacciono. ci sono un sacco di palazzine di pregio a due piani.
io non sono per lo sventramento dei vecchi quartieri. la densità è un vantaggio, non un limite. aggregazione sociale, commercio, città a misura d’uomo. i vialoni di cui è piena la periferia sì, quelli potrebbero diventare assi tramviari. nei rioni e nelle borgate è necessario salvaguardare l’identità, che molto spesso è data dal vicolo, dalla piazzetta, dalla palazzina anche scadente di inizio novecento.
mi piace anche via colonna rotta, una strada in salita come ce n’è poche a palermo. via imera è così brutta perché al posto di quei palazzoni e di quelle macerie prima c’era il cortile cascino, anch’esso abbattuto. le demolizioni hanno sostituito degrado al degrado, con la differenza che il degrado moderno è alienante e antiumano. quello di prima forse aveva il suo fascino, non lo possiamo sapere.
se vogliamo creare spazio per i tram basta eliminare la sosta selvaggia e lo stesso transito delle auto nelle strade strette di molti quartieri, mica abbattere mezza città.
a palermo non esiste solo il centro storico, ma molti altri rioni ormai storici di quasi egual pregio.
i tram passano anche da strade strette interamente chiuse al traffico.
@maqveda quello di cui tu parli, sarebbe un falso storico, io credo che gli interventi di recupero e restauro così come li stanno facendo, siano davvero la strada giusta, ma a questo bisognerebbe fare seguire una politica di risanamento che tenga conto pure degli interventi fatti, migliorando il tessuto urbano, non per questo riproponendo cose di cui si è persa traccia da ormai 100 anni. Mi riferisco ad esempio alla Via Mongitore, intervento che nel ventennio, ha voluto sperimentare una forma di risanamento, con l’unico linguaggio che si conosceva all’epoca, ovvero la demolizione. Oggi sarebbe davvero inutile e falso riprendere i vecchi tracciati, io sarei più per una riqualificazione tenendo conto di una importantissima presenza in quella zona di un pensionato studentesco, un grande cine teatro Piazza San Saverio. Se si riuscisse a realizzare qualcosa che rendesse più fruibile il tutto, creando una sorta si ramblas al posto del vuoto urbano di via Mongitore, ne guadagnerebbe tutto il quartiere. Una ramblas che partendo proprio da San Giovanni degli Eremiti, prospiciente l’Ospedale arrivasse alle porte del mercato storico di Ballaro’, il tutto magari sfruttando gli spazi e facendo in modo di realizzare quelle infrastrutture di supporto, che servirebbero al quartiere. Immaginate cose significherebbe un megaparheggio, sotto la via Mongitore di supporto all’ospedale dei bambini, del mercato di Ballaro’ e degli abitanti del quartiere che troverebbero vantaggio da tutto questo.Una ramblas sulla quale potrebbero aprirsi una serie di attività commerciali legate alla forte antropizzazione del quartiere, levando i negozi di alimentari, vista la presenza del mercato, mi immagino delle botteghe artigiane, mi immagino delle botteghe del made in sicily, che intercetterebbero un flusso turistico, che dal Palazzo dei Normanni potrebbe raggiungere Casa Professa in una unica soluzione. La città si trasforma, Palermo magari con tempi e modi diversi di altre, ma solo perché non è mai davvero stata aiutata da una politica illuminata.
la rambla è un bell’esempio. via mongitore andrebbe alberata subito, per rimediare al vuoto delle demolizioni. non coi platani, ma con qualche specie che si adatti al nostro clima.
parlare di un progetto, significa anche coinvolgere i botanici che indicherebbero la specie migliore da impiantare a seguito delle indicazioni progettuale degli architetti, di sicuro, una bella macchia verde in quello spicchio di città, farebbe bene e tutti e rivaluterebbe una porzione di centro storico, che malgrado tutto, tiene ancora…